mercoledì 26 settembre 2012

CAPITOLO 3


E dopo seeeeeeecoli e seeeeeecoli...ecco il nuovo capitolo....besoooos



CAPITOLO 3
Faccio per un po’ il mio via vai tra gli scaffali per appoggiare i libri e dopo un paio di minuti mi trovo a dover salire la scaletta per appoggiarne uno che è troppo in alto per me ma,al secondo scalino,un altro capogiro mi colpisce.
Non faccio in tempo però a cadere perchè due braccia calde mi tengono e non mi fan finire con il sedere a terra anzi mi ritrovo con le mani di Edward appoggiate sui miei fianchi e il suo volto vicinissimo al mio.
-Bella oddio stai bene? Mi hai quasi fatto venire un infarto lo sai? Stavi per schiantarti al suolo e se non c’ero io chissà cosa avresti fatto..- dice preoccupato mentre io sono completamente imbambolata davanti a lui che non riesco ad articolare parola.
-Io... Io non lo so..- balbetto debolmente tanto che non so se sia riuscito a sentirlo.
-Vieni con me...- dice prendendomi in braccio e portandomi nella saletta dove c’è un piccolo divanetto –Bella sei pallidissima... Sicura di non avere nulla?-
-No io... Credo che sia perchè non ho mangiato quasi nulla oggi...- dico abbassando lo sguardo ma due dita appoggiate sul mio mento me lo fanno rialzare.
-Ora con qui me ti prendi una bella cioccolata moooolto zuccherata… Sai ti ho visto che prima metà l’hai buttata via- dice ridacchiando.
-Cos’è mi spii?- chiedo assottigliando lo sguardo ma lui subito blocca la risata ed inizia ad arrossire quasi più di me.
-Io... Io no, ero solo preoccupato e allora...Beh sai, ho guardato che facevi..- dice nervoso passando una mano tra i capelli che io subito fermo e prendo tra le mie.
-Ehi Edward rilassati,stavo scherzando... Anzi grazie per esserti preoccupato di me...- dico imbarazzata.
-Per te questo e altro...- sussurra sfiorandomi il volto con la mano mentre il bip della macchinetta interrompe quel fantastico momento in cui eravamo occhi negli occhi per avvisarmi che la mia cavolo di cioccolata è pronta.
-Io...Beh io,tornerei di la...Si ecco se hanno bisogno almeno trovano qualcuno...Mi raccomando bevila tutta quella...- dice Edward uscendo dalla stanza.
E io rimango li con la mia tazzina bollente mentre solo due parole compaiono come led luminosi all’interno del mio cervello: CHE SFIGA!
 
Rimango li nello stanzino a finire di bere la perfida bevanda zuccherata fino a quando alle mie spalle la voce di Edward mi sorprende di nuovo.
-Finita la cioccolata Bella?- chiede preoccupato
-S...Si grazie mille… Ora va un pochino meglio..- rispondo osservando la sua figura che mi scruta mentre sta appoggiato allo stipite della porta.
-Ok allora son più tranquillo ma mi raccomando se non ti dovessi sentir bene di nuovo dimmelo che ti accompagno a casa senza problemi..- dice sorridendomi
-Oh no no non credo che ricapiterà e in quel caso te lo dirò tranquillo- lo rassicuro rimettendomi in piedi ed andando in sala per continuare a sistemare i libri passando davanti a lui che per tutto il tempo non ha lasciato il mio sguardo ipnotizzandomi con i suoi occhi verdi.
-Bene...Allora ritorniamo al lavoro che io devo andare a riprendere dei piccoli bulletti in fondo alla sala che stanno gridando come dei cretini disturbando tutti..- dice con sguardo serio mentre inizia a dirigersi verso di loro mentre io ricomincio a viaggiare tra gli scaffali.
All’improvviso il suono del cellulare mi distrae dai miei pensieri ma ho un attimo di esitazione perche non so se Edward si arrabbia o meno se sto al telefono ma guardando vedo che è Charlie e non posso non rispondere
-Pronto papy hai bisogno? Sono al lavoro...- bisbiglio sotto voce per non farmi sentire
-Ciao piccola,volevo solo avvisarti che stanno succedendo delle rogne in questi giorni e hanno bisogno di qualche agente a Seattle per questo fine settimana e quindi devo andare via...Per te ci sono dei problemi a rimanere a casa da sola? So che sei abbastanza grande ma se non te la senti perche hai paura potresti chiamare da te qualche tua compagna di classe cosi cogli l’occasione per conoscerle e stare un po’ insieme..- chiede preoccupato
-Oh no nessun problema stai tranquillo... Fai pure quello che devi fare ma stai attento ok?- gli dico preoccupata.
-Tranquilla piccola non mi succederà nulla...E’ solo un piccolo problema nulla di importante..-
-Ok...Mi raccomando lo stesso...Ti voglio bene,  a presto..-
-A presto piccola-
Attacco il telefono e un tocco alle mie spalle mi fa saltare in aria.
-Chi era al telefono, il tuo ragazzo?- mi chiede Edward con aria dura, quasi infastidito.
-No no ero...Beh era mio padre, mi ha chiamato per dirmi che non ci sarà per l’intero week and perche deve andare a Seattle per lavorare..- dico rispondendo alla sua domanda. Probabilmente non voleva che usassi il telefono mentre ero al lavoro
-Ohhh...Scusami...Comunque io devo andare a sistemare dei nuovi libri che sono arrivati di la nel magazzino, prima di uscire dimmelo che quei ragazzi di prima non mi sembravano per nulla affidabili anzi... Diciamo che non gli è andata molto a genio il fatto che li ho ripresi. Siccome non mi fido ti accompagno alla macchina per cui appena sono le 19.00 avvisami che chiudiamo insieme..- dice per poi allontanarsi nel magazzino.

Passa un’oretta e continuo a sistemare quando all’improvviso si sente del baccano provenire dal retro. Probabilmente Edward avrà fatto cadere qualche libro provocando quei rumori quindi non ci faccio molto caso e riprendo a sistemare i fantasy che ci sono in quella sezione.
Poco dopo però vedo passare davanti alla fila dove stavo riponendo i libro il gruppetto di ragazzi che ho visto prima di cui parlava Edward .Un brivido mi percorre la schiena e un brutto presentimento si fa strada in me e si conferma quando uno dei bulli parlando con il suo amico dice:
-Cosi impara quel cretino a darci ordini... La prossima volta ci penserà su due volte prima di fare lo sbruffone e dirci di andarcene e di non parlare della bambolona sexy che lavora qui...Hai visto che botta gli ha tirato Paul? Di sicuro li ci andranno come minimo 4 punti..- dice ridendo e seguito dagli altri esce fuori dalla biblioteca mentre io mi fiondo nel magazzino. 
Quello che vedo appena varcata la soglia mi fa gelare sul posto: Edward è steso a terra accanto ad una pozza di sangue mentre si contorce dal dolore rannicchiandosi su se stesso e gemendo per il male-Oddio Edward che ti hanno fatto...- dico lanciandomi subito in suo soccorso e sollevandogli il volto posso notare che ha il labbro inferiore spaccato e anche il sopracciglio perde sangue.
-Bella...Stai...Stai bene?- dice alzando una mano e sfiorandomi il volto mentre cerca di sollevarsi
-Mi chiedi se io sto bene? Sei tu quello che è appena stato malmenato non io... Vieni qui...-dico prendendo un fazzoletto dalla mia tasca e iniziando a medicagli almeno un pochino la ferita più evidente al labbro.
-Io...Non son riuscito a far molto, mi han preso alle spalle e mi han tirato un paio di cazzotti e un calcio nello stomaco… Nulla di che – dice tossicchiando minimizzando la cosa -...Li avevo mandati fuori prima e non pensavo che sarebbero rientrati. Non ero riuscito a sopportare quello che dicevano su di te...- dice avvicinando il suo viso al mio mentre il mio respiro inizia a diventare affannoso -…non potevo stare a sentire quelle parole accostate a te e al tuo corpo e cosi ci sono andato giù anche io un po’ pesante prima ma non credevo arrivassero a tanto. Ma sai una cosa? Lo rifarei di nuovo per proteggerti anche solo da quei commenti- dice sollevandosi ancora di più arrivando a pochi centimetri dal mio viso quando una fitta allo stomaco lo fa contorcere dal dolore e ricadere sul pavimento gemendo.
-Mio dio Edward… Devi medicarti...Vieni con me ti porto all’ospedale..- dico cercando di aiutarlo ad alzarsi.
-No no no Bella ti prego all’ospedale no...Io....Non posso entrarci, non ce la faccio ancora...- dice  appoggiandosi a me e affondando la sua testa tra i miei capelli.
-Allora ti porto da tuo padre...E’ medico no? Ti curerebbe lui..-
-No Bella ti prego fammi rimanere con te… Non voglio che Es...Che mia mamma si preoccupi vedendomi tornare conciato cosi... Ti prego...- sussurra accanto al mio collo.
-Ok allora vieni con me...-dico mettendo un suo braccio attorno alle mie spalle e con un po’ di fatica lo sollevo e cerco di portarlo fino all’entrata –riesci a star qui un secondo cosi chiudo tutto e poi andiamo?- gli chiedo appoggiando le mie mani sul suo volto e fissando il mio sguardo nel suo
-Si tranquilla, non scappo da te…- sussurra quasi incantato mentre io non posso non arrossire fino alla punta dei piedi.
-Io...Io...Beh aspettami qui che torno subito..- dico agitata e mi allontano per andare a chiudere la biblioteca ma la sua mano mi ferma e con un piccolo strattone mi fa ritornare da lui che in meno di un secondo mi avvolge tra le sue braccia.
-Grazie Bella...Grazie veramente..- sussurra al mio orecchio lasciandomi poi un bacio sulla guancia e cercando di sorridermi ma una smorfia di dolore gli fa contorcere il viso.
-Di niente...Ora andiamo che dobbiamo medicare queste ferite..- dico e non so con quale coraggio afferro il suo volto delicatamente tra le mani e gli lascio un bacio sulla fronte che lui riceve beato chiudendo gli occhi.

Continua......


Poooovero poooovero Eddy.... 
Finalmente son riuscita a postare il nuovo pezzo.
Ora...Sempre se le palpebre non mi calano prima, mi diletto con Alex e se riesco lo metto sul blog =)
bacioni gente
by
sara

CAPITOLO 2


Arrivo a casa ed entro con il sorriso sulle labbra. Appena varco la soglia, un Charlie tutto curioso mi fissa mentre beve una birra sul divano.
-Come mai tutta questa allegria??- chiede.
-Io? No nulla così...sono felice per aver trovato il lavoro lì in biblioteca...- cerco di giustificarmi.
-Aah sì. Non è che per caso centra anche un bel giovanotto dai capelli rossicci che ci lavora dentro vero?- chiede alzando un sopracciglio.
-Non sono rossicci sono ramati...- lo correggo . Così facendo, però,  mi scopro e allora mi porto una mano alla bocca per non farmi uscire altre cose compromettenti.
-Aaaaaaah beccata ciccia!!!!!- dice sfottendomi.
-Tu lo sapevi!!!!Sapevi che Edward lavorava lì...- lo addito fingendomi arrabbiata.
-Uh opsss...Non te l’avevo detto??- dice facendomi gli occhioni da cucciolo.
-No...Hai omesso questo piiiiiiiiccolo particolare quando mi hai detto del lavoro in biblioteca oggi a mezzogiorno- dico ormai arresa.
-Dai dai che devi solo ringraziarmi tesoro...L’ho fatto per il tuo bene...- dice facendomi la linguaccia e ritornando a seguire la partita. Io appoggio la roba e inizio a preparare la cena. Mentre  mi sto dedicando alla pasta, sobbalzo alla vibrazione del cellulare e il mio cuore, che, un po’ per lo spavento e un po’ per la speranza che sia un messaggio di Edward, inizia a perdere i colpi.
Con le mani tremanti apro la cartella dei messaggi ricevuti e un nuovo numero compare mentre nel testo c’è scritto:

Grazie per esser venuta a chiedere del posto in biblioteca.
Avevo proprio bisogno di una mano.
Ci vediamo domani a scuola.
Edward

Con il cuore che batte all’impazzata cerco di regolarizzare il respiro e poi cercando di calmarmi rispondo al suo messaggio:

Sono felice di poterti essere d’aiuto e sinceramente lo faccio con piacere perché  adoro i libri e penso che, se potessi, ci dormirei pure in una biblioteca.
Ci vediamo di sicuro domani
Bella

Rileggo più o meno una decina di volte il messaggio prima di premere invio.
Non credo che risponderà,  ma continuo lo stesso a fissare con angoscia il cellulare in attesa.
Faccio in tempo a cenare e anche a sistemare i piatti e quando non ci speravo più il cellulare suona di nuovo e il suo nome, visto che subito dopo aver risposto ho salvato il numero, mi compare sul display.

Non sei la sola. Sono due anni che lavoro dentro lì e l’idea di dormirci mi ha sempre attirato ma ancora non l’ho mai fatto.
Che cosa leggi di solito? Sempre se ti va di rispondermi.
Edward

Se mi va di rispondere??? Certo che mi va cavoli!!! In meno di un secondo le mie dita si muovono sui tasti e rispondo:

Adoro la letteratura classica inglese, soprattutto Shakespeare,
Emily Bronthe e Jane Austen. Tu?Avventura o thriller?
Bella

Invio e poco dopo la sua risposta compare sul mio cellulare.

Naaaa... Non sono tipo che legge quelle cose.
Come te sono più per i classici anche se,come può piacerti Jane Austen?
Shakespeare lo adoro anche io..come adoro la musica classica..
Edward

Ok Bella, smetti di far battere così forte il tuo cuore! Ti sta solo dicendo cose banali che gli piacciono mica ti sta confessando chi sa che cosa! E così calmandomi un po’ riesco a rispondergli in modo decente.
Ci scambiamo messaggi ancora per un po’ e solo quando mi viene uno sbadiglio guardo l’orologio e mi rendo conto che è già quasi mezzanotte e nemmeno a volerlo fare apposta mi arriva l’ennesima risposta di Edward.

No in confronto a te non ero così messo male e i miei pesci rossi son durati sempre più di due settimane. Comunque ora visto che è già mezzanotte credo che sia meglio per entrambi andare a letto altrimenti domani ci addormenteremo sia a scuola che in biblioteca.
Buonanotte Bella, spero di vederti domani.
Edward

Oh my God!!!!!Ha veramente detto che spera di vedermi?Possibile che io gli interessi  anche solo minimamente come dice Charlie?
Ed ora che gli rispondo?

Quasi non mi ero accorta dell’orario. Spero di riuscire a dormire.
Non vorrei addormentarmi sul lavoro al secondo giorno!
A domani Edward...
Buonanotte...
Baci Bella

Invio ma subito dopo blocco l’invio. Tolgo baci e poi lo rimando. Sarebbe troppo dirgli quello.
In risposta mi arriva solamente uno squillo poi,dopo essermi lavata e cambiata per la notte, mi fiondo sotto le coperte al calduccio e rileggendo i messaggi che ci siamo scambiati mi addormento con il sorriso sulle labbra.

Il giorno dopo, appena  arrivo a scuola ad accogliermi nel parcheggio noto il sorriso di Edward che, all’interno dell’abitacolo della sua Volvo, sta leggendo. Quando alzando gli occhi mi  vede,  mi  saluta con un cenno del capo per poi ritornare ad immergersi nella lettura fino al suono della campanella d’entrata.  Credevo di vederlo poi un po’ di più durante la mattinata, invece come sempre se n’è stato sulle sue,  in biblioteca nella pausa pranzo e lanciandomi solo qualche sguardo durante le lezioni .
Sembrava che la sera prima non fossimo rimasti svegli fino a tardi a parlarci.  In biblioteca al pomeriggio Edward come il giorno prima mette via la sua parte dei libri mentre io, ancora con difficoltà ripongo i miei. Nessuno dei due  tira in ballo la questione messaggi.  Io perché avevo paura e lui probabilmente perché si era pentito o almeno così credevo. Tuttavia  la sera, una volta a casa,  mi  arriva un suo messaggio in cui  mi chiede se sono arrivata a casa senza problemi.
Anche quella sera siamo stati su fino a tardi a parlare del più e del meno.
E cosi è passata la settimana,tra i suoi sguardi fugaci a scuola e le sue occhiate in biblioteca mentre la sera era sempre il primo a cercarmi e ad iniziare i discorsi che ci facevano passare quasi le  nottate in bianco.

 Oggi siamo a venerdì e la giornata non può iniziare in modo peggiore.
Charlie si è scordato di svegliarmi questa mattina e cosi nel giro di cinque  minuti mi devo  preparare e scappare a scuola. Essendo già tardi non riesco a vedere Edward e in più oggi non abbiamo nemmeno una lezione insieme.
La seconda ora per me è la morte:interrogazione in fisica, a sorpresa e per la prima volta in vita mia un fantastico quattro compare sul mio libretto.
Ok è recuperabilissimo ma mai ero riuscita a prendere un voto così basso.
Le successive ore passano tra uno sbuffo e un’imprecazione per qualsiasi minima cosa che mi succeda.
Per non parlare poi di quel rompicoglioni di Mike che appena arrivo in mensa mi prende a braccetto e mi porta al mio tavolo per poi sedersi al mio fianco senza però aver tenuto conto del mio umore. Infatti, appena poggio il sedere sulla sedia con un sibilo terrificante gli sussurro :
-Se non sparisci dalla mia vista nel giro di mezzo secondo non troveranno nemmeno il tuo cadavere. Ho visto tutte le stagioni di csi e so bene come agire ora..- e dopo esser sbiancato  si alza e va a rifugiarsi dai suoi amichetti.
Anche Alice ed Emmett si rendono conto che non è giornata per cui dopo aver ridacchiato e avermi fatto i complimenti non dicono più nulla Sto giocherellando con il cibo e cerco di sfuggita Edward fino a quando ad Alice arriva un suo messaggio dove dice che non li raggiunge perché va in biblioteca.
Probabilmente dovrà ripassare per l’interrogazione di chimica che ha l’ora successiva come mi aveva detto ieri sera.
Finite le lezioni torno a casa a cambiarmi e, alle tre parto per andare in biblioteca e quando arrivo lo trovo già all’opera. Mi sembra, al contrario mio, più felice del solito.
-Ciao Bella...Sei in anticipo oggi...- dice avvicinandosi al bancone per portare un’altra pila di libri che probabilmente ha raccolto dai tavoli.
-Sì, non mi andava di rimanere a casa,non è giornata...- dico togliendomi la giacca e appoggiando le mie cose nel piccolo stanzino dietro al bancone.
-Come mai?Se posso chiederlo ovvio..- dice un po’ curioso.
-Ho preso quattro con quella stronza di fisica. Aveva notato che non mi entra in testa il passaggio per trovare la trasmittanza e quella donna senza cuore continuava ad infierire. Fatto sta che sono andata nel panico e per tutto il resto dell’interrogazione ho fatto schifo,. Morale della favola un bel quattro...Il  primo quattro in tutta la mia carriera scolastica- dico sconsolata lasciandomi cadere sulla sedia.
-Uhm ma è facile quella formula! La Civi la spiega da schifo, però, te ne do atto. Ma se vuoi te la posso spiegare io..-

Ma oggi che diavolo ha questo ragazzo? Non è mai stato  espansivo per tutta la settimana invece adesso sembra che ci parliamo e conosciamo da sempre. Però non posso fare a meno di accettare perché mi piace da morire questo nuovo Edward.
-Beh se non ti scoccia mi faresti un favore...- dico arrossendo probabilmente fino alla punta dei capelli.
-Certo fammi recuperare un foglio e ti spiego tutto- dice sparendo e ricomparendo con un sorriso luminosissimo e un blocco. Anzi non un blocco ma IL blocco,quello su cui lo vedo sempre concentrato a disegnare.
Lo apre e il mio sguardo cade inevitabilmente sull’immagine che c’è raffigurata nelle prime pagine. Sembra il profilo di un volto,se non sbaglio di ragazza con delle fattezze familiari. Ma appena vede dove sto guardando, tutto rosso si affretta a cercare un foglio bianco e iniziare a scrivere spiegandomi le cose.
Sentire dire da lui le formule e lo svolgimento dei passaggi sembra tutto più semplice. Non so se è la sua voce che mi ipnotizza o  in realtà è perché veramente quella stronza della Civi spiega da schifo delle cose stra-semplici .
Una volta finito di spiegarmi tutto stacca i fogli scritti con una grafia bellissimae me li passa dicendomi solamente:
-Così  puoi ricordarti bene i passaggi leggendli-
-Grazie Edward veramente...Almeno riesco a recuperare subito..-
-Di niente figurati...- dice passandosi un po’ in imbarazzo una mano tra i capelli in maniera così sexy che la voglia di saltagli addosso aumenta a livelli esponenziali. Mi alzo in piedi ma un piccolo capogiro mi sorprende e per fortuna riesco ad afferrare il tavolo in tempo prima di volare col sedere a terra. Tutto questo , però, non sfugge ad Edward.
-Ehi Bella è tutto apposto? Stai bene?-
-Sì, sì, stai tranquillo...Credo sia solo un piccolo calo di zuccheri...- dico arrossendo.
-Uhm ok...Allora prenditi pure una pausa, qui ci penso io. Se vuoi andare a casa non farti problemi ok?- dice con sguardo quasi dolce e preoccupato.
-No ,no, tranquillo...Magari prendo una cioccolata qui alla macchinetta e poi ritorno da te...- dico sorridendogli e andando verso lo stanzino dove, cercando di regolare il mio respiro, mi prendo una cioccolata. Nemmeno a metà la butto, però, perché ho lo stomaco chiuso.
E’ cosi brutto stare al suo fianco, lavorare e parlare con la persona di cui sei innamorata ma allo stesso tempo sapere che non puoi averlo.
Così, con una tristezza assurda e un groppo alla gola, esco dalla stanza e inizio come al solito a fare il mio lavoro.

Continua...

CAPITOLO 1

Forks...Quanto tempo...
Mi mancava questa cittadina completamente immersa nel verde dove piove tutto l’anno.
Finalmente con i miei 18 anni posso di nuovo tornarci. Ero stufa di vivere rinchiusa a Phoenix solo per un capriccio di mia madre che, tra l’altro fortunatamente, non vedevo mai durante la giornata.
Sapevo che abitavamo nella stessa casa solamente per due motivi: il primo era che il cibo finiva e non ero solo io a mangiarlo, il secondo era per i suoni alquanto imbarazzanti che provenivano dalla sua stanza durante la notte.
Ho sempre odiato la decisione del tribunale che le ha dato l’affidamento,avrei voluto rimanere con mio padre ma lei per fargli un dispetto si è accanita ed è riuscita, grazie ai soldi del suo nuovo fidanzato, ad avere la mia custodia.
Ma finalmente dopo dieci anni eccomi di nuovo qui, sotto la pioggia, ad aspettare il mio adorato papà che, come immaginavo, si è dimenticato di venirmi a prendere a scuola.
Mentre attendo sotto il porticato dell’entrata della scuola non posso fare a meno di notare il ragazzo dei miei sogni.
Ebbene sì, dopo nemmeno due settimane  di scuola il mio cervello ha già fatto le valigie e ho perso la testa per un ragazzo. Peccato che per me sia irraggiungibile per vari motivi , come ad esempio il fatto che io sono una comunissima ragazza senza nulla di particolare mentre invece lui sembra una sorta di statua greca. Un’altra cosa importante è che, da quello che ho potuto vedere e che mi han detto, Edward Cullen non è un tipo molto socievole anzi tutt’altro e che gli unici a cui rivolge parola sono i suoi fratelli.
Ed ora eccolo passare con il cappuccio della felpa alzato, con dei libri sotto le braccia e, incurante della pioggia che lo colpisce, cammina lentamente verso la sua macchina.
Ad un tratto, prima di aprire la portiera, lo vedo sollevare per un secondo il capo verso il cielo e sul suo viso si apre un lieve sorriso. Sembra quasi che gli piaccia sentire la pioggia che gli cade sulla faccia e l’effetto che ha sul suo volto è strepitoso. Le ciocche dei suoi capelli fantastici ,di uno strano colore castano-ramato che di solito spuntano dal cappuccio, ora sono attaccate alla sua fronte e risultano molto più scure ma la cosa che mi dispiace di più è il non riuscire a vedere bene i suoi favolosi occhi verdi smeraldo.
Spesso durante le ore che abbiamo in comune oppure quando lo vedo in giro per la scuola sento il suo sguardo addosso e di solito cerco di intercettarlo perché adoro rispecchiarmi in quegli occhi, ma non sono mai riuscita ad andare a parlarci.
Sua sorella Alice e il fratello Emmett invece sono il suo contrario.  Non ho mai visto nessuno come quei due per quanto riguarda l’espansività. Lei sembra un piccolo follettino malato di shopping, che parla a macchinetta, mentre lui sembra un grizzly gigante che scherza sempre.

Una volta mi è capitato di chiedergli di Edward ed entrambi mi hanno risposto solamente che è un tipo chiuso che sta sulle sue e di solito non vuole essere disturbato. Infatti passa  la maggior parte del tempo  leggendo oppure scrivendo o disegnando su un blocco.
All’improvviso la macchina di Charlie entra nel cortile della scuola e lui accorgendosene si gira alzando il cappuccio sulla sua testa. Il suo sguardo si collega quasi immediatamente al mio e ne rimango completamente ipnotizzata ma il clacson di Charlie mi riporta alla realtà e facendo un lieve sorriso ad Edward chiudo l’ombrello e corro verso la macchina mentre lui entra nella sua.
-Scusami tesoro mi ero scordato...- dice provando a farmi gli occhioni dolci facendomi ridere.
-Ok, ok , papi sei perdonato...- gli dico –però la prossima volta ricordati che hai una figlia sotto il diluvio..-
-Beh ma secondo me non ti è dispiaciuto così tanto rimanere lì un pochettino di più o sbaglio?- chiede Charlie sospettoso alzando un sopracciglio
-Cosa?Come?Perché?- chiedo iniziando ad arrossire all’inverosimile.
-Sai...Ho notato il sorrisino che hai fatto al figlio di Carlisle..-
-Io????Ma no, cosa dici....- dico cercando di difendermi completamente rossa di vergogna.
-Ah tesoro....Sono pur sempre uno sceriffo...Io con i miei baffetti fiuto OGNI cosa....- dice ridacchiando.
-Uffi dai, papy, andiamo a casa che ho fame..- dico cercando di cambiare discorso.
-Ehi sono alla giusta velocità...Mica posso superare  i limiti io!- si difende
-Ok ok...A casa capo Swan...-

-Agli ordini vicesceriffo..Ah piccola, ho sentito che in biblioteca cercano un nuovo aiutante perché chi c’è lì non riesce a coprire da solo tutti i turni pomeridiani visto che la signora che c’era con lui è a casa in maternità...Per cui mi chiedevo se volevi andare tu...Pagano una miseria ma so che tu adori leggere e magari ti faceva piacere.- 
-Oddio veramente?Che bello si certo che mi va...Ma posso andare già oggi?- domando elettrizzata all’idea.
-Si certo, anzi credo ti convenga prima che arrivi altra gente e ti freghi la possibilità..- dice sorridendo mentre io inizio a battere felice le mani – Dai ok, allora andiamo a casa che ho una sorpresina per te...E’ per questo che sono arrivato tardi..-
-Ah si? E cos’è?- chiedo curiosa.
-Beh guarda davanti a te e dimmi se ti piace..- dice svoltando l’angolo. Davanti  a casa vedo parcheggiata una Mini.
-Oddio!!!!! Non ci credo...E’ per me???- chiedo con gli occhi lucidi dall’emozione.
-Certo!!!Mi ci vedi  andare in giro con quella cosina li???- borbotta
-Ma papà avrai speso un capitale!!! Perché l’hai fatto!- dico ormai in lacrime.
-Tesoro non piangere...E’ stato un affarone, l’ho comprata da un caro amico che ha la figlia che è partita per l’Italia e ha deciso di trasferirsi lì. Quella macchina è rimasta nel suo garage per due anni e lui non può certo guidare perché è sulla sedia a rotelle per un incidente..-
-Uh mi spiace...Comunque grazie papy veramente non ho parole..Nessuno aveva mai fatto una cosa così per me...- dico singhiozzando.
-Beh amore sappi che ora non sei più a Phoenix e le cose qui per te saranno completamente diverse,  te lo prometto..- dice parcheggiando. Una volta spenta la macchina si gira verso di me e mi abbraccia –e poi ora che inizierai a lavorare in biblioteca, ne avrai bisogno..E anche per andare a scuola così non dovrai aspettarmi sotto l’acqua. Anche se oggi ti ho fatto un favore...- dice riprendendo il discorso di prima e facendomi arrossire. Sorrido e mi  allontanandomi da lui  tirandogli un pugnetto sulla spalla.
-Smettila dai pà...-
-Beh ma almeno ammettilo...Ti piace quel ragazzo, che c’è di male?-
-Beh c’è di male che un ragazzo come lui non calcolerebbe mai una come me...- dico con voce un po’ afflitta.
-Bella, piccola mia, tu non hai molta stima di te stessa ma fidati, lui ti ha notata eccome..Si vedeva dal suo sguardo sai? Secondo me gli piaci...- dice facendomi l’occhiolino e scendendo dalla macchina lasciandomi a bocca spalancata.
-Dai entra Bella...E chiudi la bocca sennò ti entrano le mosche..- dice ridendo e sparendo all’interno di casa.
Scrollo la testa e son il sorriso sulle labbra mi dirigo anche io all’interno.

Verso le 3 del pomeriggio prendo le chiavi della mia nuova macchinina e, avvisando Charlie che vado a chiedere informazioni per il lavoro, lo saluto e vado in biblioteca.
Dopo aver parcheggiato mi armo di un po’ di coraggio e mi dirigo all’interno.
 Apro la porta e subito il suo tintinnare avvisa del mio arrivo anche se non vedo nessuno al bancone. All’improvviso sobbalzo nel sentire una voce che mi accorgo venire dal pavimento al di sotto del tavolo. Così mi sporgo e quello che vedo mi blocca il respiro: Edward con il volto sul libro, non guardando nemmeno verso di me chiede:
-Avete bisogno?- quasi con voce scocciata ma io, completamente nel panico, non riesco a parlare.
Probabilmente non sentendo nessuna risposta alza lo sguardo e i suoi occhi, seguiti poco dopo dalla sua bocca, si spalancano quando mi vede.
Cerco di articolare una frase di senso compiuto e mi faccio coraggio.
-Ehm ciao..Io...Beh sono qui perché ho saputo che cercano qualcuno per il turno pomeridiano e volevo sapere se c’era ancora la possibilità di venire qui oppure se il posto era già stato assegnato..- dico probabilmente rossa fino alla punta dei piedi.
-No tranquilla..Nessuno è venuto qui. Se vuoi il posto è tuo e puoi cominciare quando vuoi. Però ti avviso, niente casino, niente chiacchiere con le amiche che vengono a trovarti, niente chiamate e schiamazzi perché altrimenti mi vedrò costretto a toglierti il posto..- dice serio ritornando a guardare il suo libro.
-Tranquillo, non avrai nessuno di questi problemi con me...- gli rispondo sorridendo anche se lui non ci fa caso visto che ha ripreso a leggere.
-Ottimo. Allora se vuoi puoi già metterti al lavoro..- dice chiudendo il suo libro e risollevando lo sguardo su di me – Io metto a posto la pila di libri di sinistra e tu quella di destra, visto che ancora non conosci bene la disposizione degli scaffali, se hai bisogno chiamami.. comunque io sono Edward Mas...Edward Cullen- dice correggendosi, mentre un lampo di tristezza passa nel suo sguardo. Mi porge la mano che io prontamente afferro mentre  una scossa pervade ogni fibra del mio corpo.
-Isabella Swan ma chiamami Bella lo preferisco...- riesco a rispondere imbarazzata.
-Ok Bella...- dice calcando bene il mio nome –Al lavoro- dice mentre un fantastico sorriso compare finalmente sul suo viso rendendolo ancora più bello del solito.

Il pomeriggio passa così, con lui che si destreggia tra gli scaffali come se li conoscesse a memoria mentre io faccio avanti e indietro mille volte con un solo libro per cercare la giusta sistemazione.
Spesso quando magari lo incrocio, lo vedo sorridere. Probabilmente trova divertente l’idea  che mi sia fatta la maratona di New York con tutti quei viaggi a vuoto per sistemare i libri.
Ad un tratto la sua voce  alle mie spalle mi fa sobbalzare e tutti i libri che avevo in mano mi cadono a terra.
-Scusami Bella non volevo spaventarti.. E’ che sono le 7.00 e tra poco chiudo quindi volevo avvisarti..- dice fissandomi con i suoi occhi smeraldini mentre mi aiuta a sistemare il danno appena combinato.
 -Uh ehm..Grazie allora...- sussurro imbarazzata.
-Di niente..- risponde poi un po’ titubante mi chiede –Ehm senti tu quando saresti disponibile a venire da me?- poi accorgendosi che la frase potrebbe avere dei doppi sensi subito si corregge –Cioè non volevo dire da me,volevo dire con me...No no intendevo qui..ecco si...Quand’è che puoi venire qui in biblioteca...- dice abbassando lo sguardo completamente rosso in viso.
-Io beh...Quando vuoi...Sono sempre libera per te...- poi capendo la gaffe che ho appena fatto porto avanti le mani e iniziando a muoverle in modo agitato  cerco di rimediare -Nel senso che sono sempre libera per venire qui in biblioteca a lavorare...- sussurro in imbarazzo mentre lui sorride come prima.
-Ok allora facciamo così, quando vuoi ti aspetto...Dimmi solo magari con un’oretta di anticipo se ci sei o meno.. Ehm... Dobbiamo scambiarci i numeri però perché altrimenti non possiamo contattarci...- dice un po’ agitato passandosi le mani tra quei capelli fantastici che solo ora noto che sono ancora un po’ bagnati per la pioggia di prima.
-Ehm si...Te lo scrivo...- dico prendendo un pezzo di carta ma lui mi anticipa e con mano quasi tremante mi passa il suo cellulare.
-Ecco...Scrivi direttamente  qui...- dice rosso in viso e cercando di non fare danni utilizzando quel cellulare ipertecnologico scrivo il numero e glielo ripasso.
-Conviene che il resto lo fai tu perché sono negata con la tecnologia e le cose moderne...Preferisco di gran lunga libri e musica classica..- sorrido di rimando.
-Beh allora siamo in due ma questo è un regalo di Emmett e Alice e si incavolano se non lo uso..- dice ridacchiando pensando probabilmente ai fratelli.
-Immagino...Beh allora io vado...- dico mettendo il cappotto.
-Sì,  ti sto facendo uno squillo così hai anche tu il numero...Beh allora...A domani Bella...- dice un po’ triste. Forse anche lui come me non vuole che questo pomeriggio finisca?Naa impossibile..Sogna Bella sogna..
-A domani Edward...- lo saluto per poi uscire e tornare a casa tutta felice.

Continua....